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  • Quentin Tarantino e il rapporto con il cibo nei suoi film

    Quentin Tarantino e il rapporto con il cibo nei suoi film

    Quentin Tarantino e il rapporto con il cibo nei suoi film.

     è un articolo di Mimmo FarinaGastrodeliriogastrodelirio.it

    Il rapporto tra cinema e cibo è un rapporto viscerale.

    Essendo il cibo una delle attività fondamentali dell’essere umano, è ovvio che anche la settima arte se ne occupi.

    Ho trovato interessante, poi, il rapporto col cibo che ha uno dei registi postmoderni più discussi, l’italo-americano Quentin Tarantino.

    Tarantino, a parere del vostro umile scrivente, è un eccellente dialoghista, un bravo citazionista, ma anche un po’ copione e sadico inespresso.

    Nessun desiderio polemico, ha amato e mi sono divertito con diversi lavori di questo discolo ragazzaccio, così come non me ne sono piaciuti altri.

    In parecchi dei suoi film, comunque, si trovano riferimenti al cibo, spesso in chiave pop, altre volte in chiave, se si può dire, più velata e raffinata.

    Il primo pensiero va al Royale con formaggio di Pulp Fiction.

    All’interno di una articolata discussione sulle stranezze europee, partendo dal sistema metrico decimale per finire all’abuso di maionese, si inserisce la diversità dei nomi di alcuni panini della “doppia M” al di qua ed al di là dell’Atlantico.

    Così quello che è il “Quarter Pounder deluxe” (nome attualmente in voga anche in Italia) diventa il “Royale con formaggio”, in omaggio alla impermeabilità francese ai neologismi britannici.

    Tutti dettagli che vengono sommersi dalle truci vicende dei due personaggi incarnati da John Travolta e Samuel L. Jackson, ma che passano e poi tornano alla memoria quando si rievoca la pellicola.

    Ma spessissimo lo Junk Food fa capolino nelle scene dell’ex commesso di videoteca.

    In “Reservoir Dogs” (in Italiano le Iene), patatine, hamburger e superalcoolici sono compagni inseparabili delle vicende dei protagonisti.

    Nel successivo “Jackie Brown”, è del pollo al sugo con cipolle, insieme a fagioli in umido e riso saltato con pisellini (!) la molla che fa chiudere Chris Tucker nel bagagliaio dell’auto.

    Anche qui i superalcolici la fanno da padrone, insieme agli immancabili caffè e birra.

    Kill Bill (soprattutto il Volume 1), è un trionfo di sushi, abbinato ad un clamoroso errore dei doppiatori italiani.

    Mentre la temibile Gogo Yubari (Chiaki Kuryama) sta ubriacandosi un amico le chiede se le piaccia “la” Ferrari.

    In realtà si parla del famoso spumante trentino che la killer nipponica sta tracannando dalla bottiglia, mentre il dialogo è stato interpretato come se ci riferisse alla leggendaria marca di Maranello (peraltro assolutamente fuori contesto nella scena).

    Comunque, alla baby killer orientale il Ferrari non piace (de gustibus…).

    Sempre a proposito di cibi discutibili, Uma Thurman vede Bill (David Carradine) preparare un toast con sottilette, salumi, maionese e pomodori e ancora non lo uccide.

    Nello split film “Kill Bill” la fanno da padrone anche alcune specialità tex-mex, come i nachos di cui si ingozza Kurt Russell.

    Il tutto, ovviamente, innaffiato da quantità industriali di superalcolici.

    Non c’è che dire, una dieta salutista!

    A proposito di salutismo, per il gioco dei contrasti (probabilmente) in “Bastardi senza gloria” il fetentissimo nazista Hans Landa (Christoph Waltz) al vino preferisce il latte ed è goloso di dolci.

    Per la precisione, in una scena davvero ben congegnata, si gusta uno strudel, mentre la sua vittima designata viene invitata a mangiarne uno con panna.

    Come non mangiare fagioli in un western?

    Nemmeno Quentin può sfuggire a questa regola non scritta e così, in “Django Unchained” si omaggia la tradizione di Bud Spencer e Terence Hill, con i famosi dicotiledoni stufati ed accompagnati da del gustoso e semplice pane.

    Si può ben dire che la caratteristica ricorrente della presenza del cibo nei film di Tarantino è legata alla quotidianità, senza dare apparente risalto alle pietanze ma, per contrasto, rendendole protagoniste mettendole sullo sfondo.

    Indubbiamente però, i film di Tarantino, anche dal punto di vista alimentare, sono tutt’altro che di facile digestione e complementari alle vicende narrate sullo schermo.

    Altrettanto indubbiamente non è il tocco delicato quello che si può trovare, ma se si è fan del regista di Knoxville questo è fatto notorio…

     

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  • 2018 anno del cibo italiano

    2018 anno del cibo italiano

    2018 anno del cibo italiano.

     è una news di Mipaaf – politicheagricole.it e Mibact – beniculturali.it

    Il 2018 Anno del Cibo Italiano valorizzerà e promuoverà l’intreccio tra cibo arte e paesaggio, che rappresentano i migliori attrattori culturali del nostro Paese.

    Un calice di vino nella mano di Bacco, piatti abbondanti di cacciagione, pesci e crostacei per un banchetto luculliano, ceste ricolme di grappoli d’uva, pani, mele e melograni, cascate di ciliegie di tutti i pantoni di rosso. È l’arte a riconoscere per prima la valenza culturale del cibo, il suo valore simbolico, sociale ed estetico, oltre che vitale, dall’epoca greco-romana fino all’avvento del barocco e al contemporaneo. Così il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, insieme al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, inaugura il 2018 Anno del Cibo Italiano con una campagna social tutta incentrata su alimenti e piatti d’autore, quelli realizzati con tempera e chiaro scuro, in marmo o su ceramica, belli da concepirne profumo e gusto.

    L’account Instagram @museitaliani posta e condivide circa 50 locandine digitali, tra le quali figurano la stele di Karo al Museo Egizio di Torino, la Cena con sponsali di Gherardo delle Notti, la Natura morta con peperoni e uva di Giorgio De Chirico, così come le sculture di Darren Bader al Museo Madre di Napoli e i manifesti pubblicitari conservati al Museo Salce di Treviso. Non potevano poi mancare l’Ultima Cena di Leonardo, gli affreschi di Pompei, le nature morte della Villa Medicea di Poggio a Caiano e i dipinti della Scuola Napoletana.

    Le regole della campagna social non cambiano: continua l’invito a visitare gli oltre 420 musei, parchi archeologici e luoghi della cultura italiani, a cercare, fotografare e condividere il tema del mese con l’hashtag #annodelciboitaliano.

    Annunciato dai Ministri Franceschini e Martina lo scorso giugno, il 2018 Anno del Cibo Italiano valorizzerà e promuoverà l’intreccio tra cibo arte e paesaggio, che rappresentano i migliori attrattori culturali del nostro Paese. La condivisione delle foto diventerà un reportage collettivo che, attraverso il cibo, racconterà anche la storia della nostra società, l’evoluzione del gusto, evidenziando quanto il patrimonio enogastronomico faccia parte dell’identità italiana.

    Tutte le locandine dedicate all’#annodelciboitaliano sono disponibili su: www.beniculturali.it/annodelciboitaliano

    fonte: mibact ministero dei beni e delle attivitá culturali e del turismo-min

    logo #annodelciboitaliano: anno del cibo italiano the year of italian food-min

    Lo stretto legame tra cibo, arte e paesaggio sarà inoltre il cuore della strategia di promozione turistica che verrà portata avanti durante tutto il 2018. Saranno attivate iniziative per far conoscere e promuovere, anche in termini turistici, i paesaggi rurali storici, per il coinvolgimento e la promozione delle filiere e ci sarà un focus specifico per la lotta agli sprechi alimentari.

    I Ministeri delle politiche agricole alimentari e forestali e dei beni culturali e del turismo comunicano che i ministri Dario Franceschini e Maurizio Martina hanno proclamato il 2018 Anno nazionale del cibo italiano. Da gennaio prenderanno il via manifestazioni, iniziative, eventi legati alla cultura e alla tradizione enogastronomica dell’Italia.

    Tutte le iniziative dell’Anno del cibo italiano saranno connotate dal logo ufficiale.

    Si punterà sulla valorizzazione dei riconoscimenti Unesco legati al cibo come la Dieta Mediterranea, la vite ad alberello di Pantelleria, i paesaggi della Langhe Roero e Monferrato, Parma città creativa della gastronomia e all’Arte del pizzaiuolo napoletano iscritta di recente. Sarà l’occasione per il sostegno alla candidatura già avviata per il Prosecco e la nuova legata all’Amatriciana.

    Allo stesso tempo saranno attivate iniziative per far conoscere e promuovere, anche in termini turistici, i paesaggi rurali storici, per il coinvolgimento e la promozione delle filiere e ci sarà un focus specifico per la lotta agli sprechi alimentari. Lo stretto legame tra cibo, arte e paesaggio sarà inoltre il cuore della strategia di promozione turistica che verrà portata avanti durante tutto il 2018 attraverso l’Enit e la rete delle ambasciate italiane nel mondo e permetterà di evidenziare come il patrimonio enogastronomico faccia parte del patrimonio culturale e dell’identità italiana.

    “Abbiamo un patrimonio unico al mondo – ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina – che grazie all’anno del cibo potremo valorizzare ancora di più. Dopo la grande esperienza di Expo Milano, l’esperienza agroalimentare nazionale torna ad essere protagonista in maniera diffusa in tutti i territori. Non si tratta di sottolineare solo i successi economici di questo settore che nel 2017 tocca il record di export a 40 miliardi di euro, ma di ribadire il legame profondo tra cibo, paesaggio, identità, cultura. Lo faremo dando avvio al nuovo progetto dei distretti del cibo. Lo faremo coinvolgendo i protagonisti a partire da agricoltori, allevatori, pescatori, cuochi. E credo che in quest’ottica sia giusto dedicare l’anno del cibo ad una figura come Gualtiero Marchesi, che ha incarnato davvero questi valori facendoli conoscere a livello internazionale”.

    “Dopo il successo del 2016 Anno nazionale dei cammini e del 2017 Anno nazionale dei borghi, il 2018 sarà l’Anno del cibo italiano. Un’occasione importante per valorizzare e mettere a sistema le tante e straordinarie eccellenze e fare un grande investimento per l’immagine del nostro Paese nel mondo. Grazie alla collaborazione dei Ministeri della Cultura e dell’Agricoltura, l’Italia potrà promuoversi anche all’estero in maniera integrata e intelligente valorizzando l’intreccio tra cibo, arte e paesaggio che è sicuramente uno degli elementi distintivi dell’identità italiana”. Così il ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini annunciando l’avvio dal primo gennaio 2018 di una campagna di comunicazione social dei musei statali che pone l’attenzione sul rapporto, nei secoli, tra arti e enogastronomia, sottolineandone il ruolo fondamentale nella costruzione del patrimonio culturale italiano.

    Tutte le locandine dedicate all’#annodelciboitaliano sono disponibili su: www.beniculturali.it/annodelciboitaliano

    fonte: mipaaf ministero delle politiche agricole alimentari e forestali-min

    logo #annodelciboitaliano: anno del cibo italiano the year of italian food-min

  • Abbinamento vino-cibo – parte 2

    Abbinamento vino-cibo – parte 2

    Abbinamento vino-cibo – parte 2

    Articolo tratto da milaewines.it by Mihaela Cojocaru

    Sono in molti a provare a fare il perfetto abbinamento vino-cibo perdendo di vista gli aspetti della semplicità e del piacere di abbinare il vino al cibo.

    leggi anche Abbinamento cibo-vino – parte 1

    Quando mangi e/o bevi, il palato si abitua a certi sapori.

    1- Pensiamo ad un esempio preciso: un dessert. La regola generale è che il vino dovrebbe essere più dolce del dessert.

    Quindi quando assaggiamo il vino tu non riusciremo a distinguere la sua dolcezza. Lo zucchero sembrerà non esserci, il vino sembrerà perdere corpo ed essere più acido, se rosso il vino risulterà più tannico e astringente e forse più “caldo” ovvero alcolico. In poche parole vengono “valorizzate” le durezze.

    Se assaggiamo un budino molto dolce e poi beviamo un vino dolce, vedremo che il vino non risulterà troppo dolce, bensì incredibilmente asciutto. Anche un vino da dessert avrà un gusto meno dolce quando si accompagna ad un dessert.

    Dunque.. per una perfetta combinazione assicuriamoci di bere un vino che sia più dolce del dessert stesso.

    2- Invece, il cibo che presenta un’acidità alta, pensiamo alla salsa di pomodoro o all’aceto nell’insalata, renderà l’acidità del vino meno apparente, ammorbidirà i tannini ed accentuerà il sapore fruttato e dolce nonchè la robustezza.

    L’acidità aiuta nel caso di piatti grassi, infatti la “spalla acida del vino” rinfresca la bocca ripulendola dal grasso.

    Una grande combinazione è bere il Sauvignon Blanc oppure lo Champagne con pesce e patatine; entrambi i vini hanno alta acidità mentre entrambi i cibi sono piuttosto grassi.

    3- Quando mangiamo qualcosa di “salato”, perdiamo la percezione dei tannini, dell’acidità e del calore dell’alcol del vino. Il vino sembrerà più corposo, più dolce e più fruttato.

    Molti amano i tannini, ma la maggior parte delle persone preferisce abbinare cibi che mascherano i tannini del vino piuttosto che aumentarne la percezione.

    Il cibo salato spesso aiuta a percepire il gusto del vino meno tannico e meno astringente. Se state bevendo un vino troppo tannico per i vostri gusti, basteranno delle noccioline salate o qualcosa di simile … il sale avrò un effetto meraviglioso sui tannini.

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  • Abbinamento cibo-vino – parte 1

    Abbinamento cibo-vino – parte 1

    Abbinamento cibo-vino – parte 1

    Articolo tratto da milaewines.it by Mihaela Cojocaru

    Sono in molti a provare a fare il perfetto abbinamento cibo-vino perdendo di vista gli aspetti della semplicità e del piacere di abbinare il cibo al vino.

    Io credo che il 10% degli abbinamenti si possa definire fantastico, mentre il 10% non funziona affatto. L’ 80% per cento è nella norma, quindi tutto ok. Perciò non è necessario stressarsi nella ricerca del migliore abbinamento cibo-vino.

    Il fatto è che se ti piace il cibo e ti piaciono i vini si potrebbe verificare il rischio che  l’abbinamento potrebbe non soddisfarti, mentre se non ti piace il vino o il cibo il rischio che si corre è che la combinazione non risulterà brillante così come te l’aspettavi!

    Ci sono tante guide sull’abbinamento cibo-vino che potresti considerare però: è un’esperienza personale ed è impossibile trovare un combinazione che soddisfi tutti. Però è possibile conoscere alcune caratteristiche naturali per provare a capire ciò che soddisferà la maggior parte delle persone.

    Nell’abbinamento cibo-vino una parte è scienza, due parti è magia 🙂

    Prima di entrare nel merito in tema di abbinamenti, mi piacerebbe spiegare come le differenti parti che compongono il vino lavorano insieme. Avete sempre sentito parlare di vino equilibrato, però molti non conoscono davvero cosa sia e non sanno che anche il cibo cambia l’equilibrio del vino, quindi meglio capire com’è fatto e quali sono le caratteristiche di un vino.

    Se si aggiunge un po’ di zucchero ad un vino acido, lo zucchero aumenta e l’acidità diminuisce. Ecco le cose belle del vino: zucchero, frutto e corpo, che rappresentano un lato della medaglia. Ecco invece le cose brutte del vino: tannini, acidità e calore dell’alcool, che rapresentano l’altro lato della medaglia.

    Bene, se aggiungo zucchero al vino, lo zucchero sale ma migliora anche il frutto e la corposità. La percezione dell’acidità scende, anche se il livello effettivo non cambia, così come non cambiano i tannini e l’alcool.

    Se aggiungo un po’ di succo di limone al mio vino, succederà la cosa opposta di quanto appena letto.  L’acidità sembrerà aumentata, aumentando di conseguenza anche i tannini e la sensazione dell’alcool.  L’acidità “maschera” lo zucchero, portando verso il basso il sentre fruttato, rendendo così il vino meno corposo, più scarico. Ecco perchè i vini meno corposi sono più difficili da “comprendere”.

    Mangiando il cibo, succede la stessa cosa. La tua bocca, il tuo gusto, ad un certo punto la si abitua a certi sapori.

    leggi anche Abbinamento vino-cibo – parte 2

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