Pecore Attive a Pitti Immagine Uomo 93.
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Pecore Attive, azienda di Altamura (Bari, Puglia, Italia), produce esclusivi tessuti in lana secondo l’antica tradizione italiana; la materia prima? La splendida, candida lana della pecora Gentile di Puglia.
Quest’anno all’appuntamento fiorentino erano presenti anche i tessuti in lana di pecora Gentile di Puglia realizzati da Pecore Attive: una “transumanza”, dai pascoli delle Murge alla Fortezza da Basso, resa possibile dalla capacità visionaria della Sartoria G. Inglese, che ha scelto i tessuti di Pecore Attive per una straordinaria collezione di cappotti.
«Per noi è un’emozione profonda essere con i nostri tessuti in lana a Pitti Uomo: un evento globale di grandissimo spessore culturale e artistico, oltre che commerciale» è il commento di Filippo Clemente, fondatore di Pecore Attive – Voglio ringraziare, a tale proposito, Angelo Inglese (Sartoria G. Inglese, Ginosa, Taranto, Puglia, Italia), che ha scelto il nostro prodotto per la sua collezione».
La lana di pecora Gentile di Puglia è la materia prima ideale per l’alta sartoria. Si tratta di una lana candida, calda, emozionante, ottenuta dalla tosatura della pecora Gentile di Puglia: un ovino autoctono del territorio, e a rischio estinzione, rinomato per le ottime caratteristiche qualitative della sua lana.
Una passione, quella per la lana di pecora Gentile di Puglia, coltivata da decenni dall’azienda zootecnica della famiglia Carrino di Lucera (Foggia, Puglia, Italia), e capace di ispirare il fondatore di Pecore Attive. «Ho creato l’azienda perché sognavo un’impresa al 100% made in Puglia capace di recuperare e valorizzare al meglio la splendida lana della pecora Gentile di Puglia. Lana che veniva apprezzata già dai viceré spagnoli e dai grandi mercanti veneziani per le sue qualità straordinarie».
Obiettivo di Pecore Attive è offrire al mondo della sartoria tessuti di lana esclusivi, e rispettosi delle peculiarità del territorio, ma al contempo innovativi. Ossia ecologici e sostenibili, e che possano essere, per chi li indossa, una sorta di “seconda pelle”. «Per noi è stato cruciale l’incontro con il Lanificio Leo, un’antica fabbrica tessile calabrese attiva da tre generazioni – spiega Clemente –. L’uso del filato cardato nel suo colore naturale, il bianco crema, e la tessitura su telai a navetta del XIX secolo sono la base creativa dei nostri tessuti esclusivi».
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