Categoria: HERITAGE

  • A SAN NICOLA OGNI FAVA HA LA TESTA NERA

    A SAN NICOLA OGNI FAVA HA LA TESTA NERA

    A SAN NICOLA OGNI FAVA HA LA TESTA NERA.

    Un detto popolare barese recita: «A Sanda Nicol, ogni fav la cape gnore» («A San Nicola ogni fava ha la testa nera»), perché è in questo periodo che le fave vengono raccolte e vendute per essere consumate crude come ortaggio fresco.

    neu nuovo e utile

    é una news di www.biodiversitapuglia.it

    Il giorno 8 Maggio a Bari (Puglia, Italia) (link: goo.gl/maps ) si festeggia San Nicola, il Patrono della città.

    Dopo la festa di San Nicola, invece, il “nasello” (la proliferazione a forma di tubercolo che si forma sul seme: la caruncola) diventa scuro e i semi non sono più teneri e buoni per essere consumati crudi.

    Grandi mangiatori di fave, i pugliesi hanno un distico che tradotto in lingua suona così: «Di tutti i legumi la fava è la regina / cotta la sera, scaldata la mattina».

    Testo tratto dal progetto Biodiverso;
    (link: www.biodiversitapuglia.it)

    neu nuovo e utile
    La principale finalità del progetto integrato BiodiverSO è quella di contribuire a raggiungere una significativa riduzione del tasso attuale di erosione della biodiversità delle specie orticole pugliesi.

    Puoi leggere tutte le news, le informazioni e le ricerche del progetto Biodiverso – Biodiversità delle specie orticole della Puglia.
    (link: www.biodiversitapuglia.it)

    É un progetto di ATS “RETE PER LA BIODIVERSITÀ DELLE SPECIE ORTICOLE IN PUGLIA” “BIODIVERSO
    (link: www.biodiversitapuglia.it)

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    (link: www.pixabay.com)

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  • SANTUARIO DI SAN MICHELE ARCANGELO: LUOGO DI CULTO FIN DAL QUINTO SECOLO

    SANTUARIO DI SAN MICHELE ARCANGELO: LUOGO DI CULTO FIN DAL QUINTO SECOLO

    SANTUARIO DI SAN MICHELE ARCANGELO: LUOGO DI CULTO FIN DAL QUINTO SECOLO.

    Il Santuario di San Michele Arcangelo è nella Lista dei patrimoni dell’Umanità dell’Unesco e dal V secolo accoglie a Monte Sant’Angelo (Foggia, Puglia, Italia) ininterrotti pellegrinaggi da tutto il mondo.

    Il Santuario di San Michele Arcangelo si trova nel cuore di Monte Sant’Angelo (link: goo.gl/maps ) ed è iscritto nella Lista dei patrimoni dell’Umanità dell’Unesco dal giugno 2011.

    Si tratta di uno dei luoghi sacri all’Arcangelo più celebri al mondo, incastonato sul tracciato dell’antica Via Sacra Langobardorum. Sorge su un’altura, circondato dal tipico paesaggio impervio e verdeggiante del Gargano, dove la candida facciata accoglie i pellegrini con due grandi arcate, sovrastate da una nicchia con la statua di San Michele.

    Un po’ di storia

    La grotta sotterranea era probabilmente un luogo di culto fin dalla dominazione greca. La fondazione del santuario avvenne tra V e VI secolo d.C. per iniziativa del vescovo di Siponto Lorenzo Maiorano, dopo ben tre apparizioni dell’Arcangelo. Divenuto sacrario nazionale dei Longobardi, nei secoli successivi subì attacchi saraceni e restaurato dall’arcivescovo di Benevento Aione nel IX secolo. Normanni e Angioini lasciarono il segno del proprio dominio nella “Celeste Basilica”, oggi affidata alla Congregazione di San Michele Arcangelo.

    Architettura

    Disposto su due livelli, il santuario accoglie i fedeli con la facciata romanica e il campanile, anche detto torre angioina. Nel sottosuolo si sviluppano invece la Sacra Grotta, cui si accede da una scalinata scavata nella roccia, il Museo e le cripte. Qui si scorgono numerose iscrizioni incise nella roccia, anche a caratteri runici, testimonianza del passaggio di pellegrini fin dall’epoca longobarda.

    Opere principali

    La statua di San Michele Arcangelo custodita nel cuore della Sacra Grotta fu scolpita in marmo da Andrea Sansovino nel 1507. Altri pregevoli tesori d’arte religiosa sono anche la Cattedra episcopale e la statua di San Sebastiano. Le cripte sono arricchite da sculture provenienti dagli scavi archeologici effettuati nei dintorni.

    La Via Micaelica

    La Via Micaelica congiunge Roma con Monte Sant’Angelo ed è anche detta Via Francigena del Sud. L’antichissimo itinerario dal romano Castel Sant’Angelo al Santuario di San Michele sul Gargano è un punto di riferimento per molti pellegrini ed è oggi oggetto di una generale riscoperta storica e spirituale.

    7 santuari uniti da una linea retta. La misteriosa fede per San Michele Arcangelo

    Una misteriosa linea immaginaria unisce sette monasteri, dall’Irlanda fino a Israele. E’ solo una coincidenza? Sono sette santuari lontanissimi tra loro, eppure perfettamente allineati.

    La Linea Sacra di San Michele Arcangelo è secondo la leggenda il colpo di spada che il Santo inflisse al Diavolo per rimandarlo all’inferno. (link: www.aleteia.org)

    +info sul Santuario di San Michele Arcangelo
    (link: www.viaggiareinpuglia.it)
    (link: www.wikipedia.org)
    (link: goo.gl/maps)

    testo tratto da viaggiareinpuglia.it
    (link: www.viaggiareinpuglia.it)

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    (link: www.pixabay.com)

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  • MATERA: UN DISARMANTE INTRECCIO DI BELLEZZA PIENO DI CONTRASTI

    MATERA: UN DISARMANTE INTRECCIO DI BELLEZZA PIENO DI CONTRASTI

    MATERA: UN DISARMANTE INTRECCIO DI BELLEZZA PIENO DI CONTRASTI.

    I Sassi di Matera (Matera, Basilicata, Italia), unici nel loro genere, sono patrimonio mondiale dell’UNESCO e la cittá é il regno dei contrasti, un disarmante inno alla bellezza, groviglio inimitabile di case-grotta, sfarzosi palazzi barocchi, stupende chiese rupestri. Intorno i paesaggi biblici della Murgia e borghi ricchi di storia.

    “Arrivai a una strada, che da un solo lato era fiancheggiata da vecchie case, e dall’altro costeggiava un precipizio. In quel precipizio é Matera. La forma di quel burrone era strana; come quella di due mezzi imbuti affiancati, separati da un piccolo sperone e riuniti in basso in un apice comune, dove si vedeva, di lassú una chiesa bianca, Santa Maria de Idris, che pareva ficcata nella terra. Questi coni rovesciati, questi imbuti, si chiamano Sassi. Hanno la forma con cui, a scuola, immaginavamo l’Inferno di Dante, in quello stretto spazio tra le facciate e il declivio passano le strade, e sono insieme pavimenti per chi esce dalle abitazioni di sopra e tetti per quelle di sotto. Alzando gli occhi vidi finalmente apparire, come un muro obliquo, tutta Matera. É davvero una cittá bellissima, pittoresca e impressionante.”

    Cosí l’intellettuale antifascista Carlo Levi, che in Basilicata trascorse il suo periodo di confino fra il 1935 e il 1936, descrive Matera (link: goo.gl/maps) nel suo “Cristo si é fermato a Eboli” (1945), quella Cittá dei Sassi che con la sua bellezza disarmante, unica nel suo genere, ha ispirato centinaia di pagine come queste di scrittori e poeti sbalorditi di fronte al groviglio di gradinate e vicoletti, chiese e campanili, archi, ballatoi, orti e terrazze, case ammassate le une sulle altre e aggrappate a profondi anfratti, sfarzosi palazzi signorili e grotte che le donano un fascino arcano dalle mille sfumature.

    Centinaia di grotte, spesso condivise anche con animali, utilizzate come abitazioni fino agli anni Cinquanta e oltre (una legge nazionale ne ordinó, infatti, lo sgombero degli occupanti per ragioni igienico-sanitarie), ma la maggior parte delle quali oggi restaurate ed alcune anche visitabili.

    Un meraviglioso intreccio denso di contrasti dunque. É tutto questo Matera, Matera la bell, l’inimitabile, l’unica.

    É la cittá di quei Sassi dichiarati Patrimonio dell’umanitá dall’UNESCO nel 1993 e ormai uno dei simboli del Belpaese piú suggestivi e conosciuti nel mondo.

    Una cittá dura, soprattutto se si pensa alle condizioni in cui i contadini hanno vissuto per secoli nelle case-grotta di cui brulicano i Sassi, ma allo stesso tempo tripudio assoluto di bellezza, arte, architettura dove l’arcaico si mescola al moderno, e l’essenziale allo sfarzo architettonico.

    Intorno i paesaggi della Murgia, brulli e arsi dal sole come pochi, pregni di silenzi e densi di una spiritualitá che riconcilia con se stessi e la natura.

    Forse proprio per questo scelti da grandi cineasti per ambientare i loro film (link: www.wikipedia.org) alla ricerca di atmosfere mistiche e orientaleggianti, che hanno trovato in Matera e i suoi paesaggi i luoghi perfetti per ricostruire le ambientazioni dell’antica Galilea, e non solo. Quasi come se i profondi burroni della gravina in cui improvvisamente precipita l’altopiano murgico e sulle cui pendici sorge la cittá, aprissero profondi squarci anche nell’animo umano.

    Posti solitari e sicuri tra profonde fenditure carsiche, eletti fin dal Paleolitico come luogo ideale per trovare rifugio. Moltissime sono infatti, sul versante opposto della gravina su cui sorge Matera le grotte scavate dall’uomo e utilizzate nei secoli prima come abitazioni e poi, a partire dal VI secolo, come insediamenti monacali e luoghi di culto per i seguaci di monaci provenienti da Oriente.

    Siamo sul versante del Belvedere di Murgia Timone in fondo al quale scorre il torrente la Gravina e da cui si gode una vista d’insieme sulla cittá, adagiata sui due anfiteatri naturali del Sasso Caveoso e del Sasso Barisano con al centro lo sperone della Civita, il nucleo piú antico dell’abitato, che toglie davvero il respiro.

    Un groviglio di case punteggiate dalle sagome slanciate di chiese e campanili sotto le quali brulica una cittá sotterranea fatta di cunicoli, cisterne per la raccolta delle acque e chiese rupestri splendidamente affrescate con capolavori di pittura parietale rupestre di ispirazione latina e bizantina.

    Matera cittá dell’uomo. La Cittá dei Sassi é considerata fra le piú antiche del mondo, autentico museo a cielo aperto della straordinaria avventura umana dall’Etá della pietra ai giorni nostri, documentata da resti che testimoniano una presenza umana su questo territorio che non conosce discontinuitá temporali e che sa rinnovarsi per essere al passo coi tempi, sempre!

    +info su Matera
    (link: www.basilicataturistica.it)
    (link: goo.gl/maps)

    ispirato da una brochure di APT Basilicata
    (link: www.basilicataturistica.it)

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  • MARTA – MUSEO NAZIONALE ARCHEOLOGICO DI TARANTO

    MARTA – MUSEO NAZIONALE ARCHEOLOGICO DI TARANTO

    MARTA – MUSEO NAZIONALE ARCHEOLOGICO DI TARANTO.

     Il MArTA è uno dei musei dedicati all’archeologia più importanti in Italia; racconta la storia di Taranto e del territorio circostante, dalla preistoria al medioevo.

    Taranto é l’antica capitale della Magna Grecia.

    Il Museo ha sede nell’ex Convento di San Pasquale di Babylon, nei pressi dei Giardini di piazza Garibaldi.

    Le sale dei piani rialzati sono oggi il regno dell’archeologia, con oltre duecentomila reperti e manufatti che vanno dalla Preistoria al Medioevo: il percorso di visita segue un ordine cronologico a partire dal V millennio a.C. I primi contatti degli indigeni iapigi con il mondo egeo precedono la colonizzazione spartana del Golfo di Taranto, mentre si ammirano oggetti di vita quotidiana, legati al culto e ai rituali funebri della città greca.

    Qui si possono ammirare i famosi Ori (collezione di Ori di Taranto): anelli con sigillo, bracciali, diademi di foglie di quercia, che testimoniano la prolifica produzione artigianale orafa locale tra il quarto e il secondo secolo A.C., vera e propria antologia dell’arte orafa di età ellenistica con numerosi manufatti appartenenti a corredi funerari.

    Dall’ereditá della necropoli sino al’etá dei Romani, con i pavimenti a mosaico di edifici pubblici e privati, sculture e terrecotte figurate, utensili e oreficerie d’ogni genere.

    Da non perdere anche la Pinacoteca con importanti dipinti di scuola napoletana.

    + info (link: www.viaggiareinpuglia.it)

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    (link: www.wikipedia.org)

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  • CASTEL DEL MONTE, IL PIÙ CELEBRE DEI CASTELLI FEDERICIANI

    CASTEL DEL MONTE, IL PIÙ CELEBRE DEI CASTELLI FEDERICIANI

    CASTEL DEL MONTE, IL PIÙ CELEBRE DEI CASTELLI FEDERICIANI.

    Siamo nel territorio dell’Alta Murgia, in Puglia, nella provincia di Barletta-Andria-Trani, a 18 km dalla città di Andria.

    SOLOBUONO

    é una notizia di solobuonoblog.wordpress.com

    Quando con l’auto si attraversa la lunga e rettilinea strada statale 170 di Castel del Monte (SS 170), ora strada provinciale 7 di Castel del Monte, che taglia le dolci colline tipicamente pugliesi, gialle di grano in un giugno pieno di sole come solo al sud Italia sa essere, e che porta a Castel del Monte, il maestoso monumento federiciano inizia a svettare in lontananza quasi subito.

    Il castello è sempre di fronte a noi, non ci perde mai di vista, e noi non perdiamo lui, che svetta su una di quelle dolci colline gialle e verdi. Esercita su di noi un magnetismo, che solo le grandi opere d’arte riescono ad esercitare.

    Ad un certo punto, però, bisogna lasciare l’auto e continuare a piedi, salendo per le curve che portano alla collina da cui il Monte domina. E’ una salita che vale la pena fare. Già prima di entrare nel castello stesso, infatti, è possibile godere di un paesaggio mozzafiato, che domina su tutta la campagna circostante, e anche sui centri abitati dei dintorni.

    Le nostre aspettative non sono tradite e la visione dal reale conferma la sua meritata fama. Castel del Monte è un assoluto capolavoro dell’architettura medievale, costruito intorno al 1240 per volere dell’Imperatore Federico II di Svevia, di cui sembra sintetizzare lo spirito “cosmopolita”, come lo definiremmo oggi. La corte di Federico II, quella di Palermo, era infatti nota per avere una connotazione fortemente interculturale, potendo vantare la presenza di studiosi greci, arabi, ebrei dediti ai vari campi di interesse dell’Imperatore, che annoveravano la matematica, l’astronomia, la geometria. Pertanto non è insolito che a Castel del Monte si combinino elementi culturali provenienti da diverse civiltà mediterranee.

    La maestosa struttura in pietra calcarea si erge su una pianta ottagonale, alla quale, ad ogni angolo, si innestano otto imponenti torri, anch’esse a pianta ottagonale, in cui sono poste le scale a chiocciola che collegano i due piani del castello. L’ingresso principale, in breccia corallina, riproduce la forma di un arco trionfale classico che incornicia un arco a sesto acuto. L’interno, che presenta delle alte volte a crociera o a botte, appare oggi totalmente spoglio, era però in origine riccamente decorato da marmi e mosaici, di cui restano soltanto pochissime tracce poiché gli spazi interni sono stati interamente depredati delle decorazioni che dovevano conferire un aspetto sontuoso. Nelle sale è evidente la presenza di quelli che erano i camini, di cui rimane soltanto la struttura.

    Il maniero federiciano è ricco di fascino e mistero, per la sua forma e per la sua collocazione, apparentemente periferica, ma in realtà in prossimità della strada che collegava Andria ed il Garagnone – presso Gravina – importanti nuclei insediativi dell’epoca.

    La zecca della Banca Centrale Europea gli ha reso omaggio dedicando la moneta da 2 cent di euro.

    Il mistero è parte integrante di questo luogo, del quale non è ancora stata definita in maniera specifica la destinazione d’uso, nonostante sia stato oggetto di studio in circa 500 ricerche. Se per molti studiosi sarebbe un normale castello, con funzioni difensive, per altri sarebbe un tempio esoterico. Recentissimi studi di alcuni ricercatori del Politecnico di Bari hanno poi rilevato che il castello sembra concepito e realizzato come una macchina di ingegneria idraulica, e sono arrivati a ipotizzare che Castel del Monte fosse una sorta di hammam arabo, un luogo dedicato alla cura per il corpo, forte della presenza di cinque cisterne pensili, di cui due a piano terra, e cinque grandi camini per il riscaldamento.

    “Castel del Monte possiede un valore universale eccezionale per la perfezione delle sue forme, l’armonia e la fusione di elementi culturali venuti dal Nord dell’Europa, dal mondo Musulmano e dall’antichità classica. È un capolavoro unico dell’architettura medievale, che riflette l’umanesimo del suo fondatore: Federico II di Svevia.”

    Con questa motivazione, nel 1996, il Comitato del Patrimonio Mondiale UNESCO ha inserito il castello nella World Heritage List.

    News di SOLOBUONO
    (link: solobuonoblog.wordpress.com)

    SOLOBUONO

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  • LE AREE NATURALI PROTETTE DELLA BASILICATA

    LE AREE NATURALI PROTETTE DELLA BASILICATA

    LE AREE NATURALI PROTETTE DELLA BASILICATA.

    Le aree naturali protette della Basilicata occupano circa il 30% dell’intera superficie regionale.

    In particolare la Basilicata si colloca al secondo posto in Italia per percentuale di superficie protetta, caratterizzata dalla presenza di:

    • 2 parchi nazionali
    • 2 parchi regionali
    • 8 riserve naturali statali
    • 8 aree naturali protette regionali

    I parchi e le riserve naturali, le oasi faunistiche, le aree protette che caratterizzano il paesaggio lucano rappresentano un suggestivo intreccio di natura e cultura. Nel loro interno, infatti, sono conservati e custoditi non solo specie faunistiche e floristiche rare, ma anche i valori storici e culturali della regione.

    Parchi e Riserve Naturali in Basilicata.

    [MATERA]

    [POTENZA]

    tratto da Basilicata Turistica (link: www.basilicataturistica.it)

    photo credits
    (link: www.pixabay.com)

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  • IL TESORO NASCOSTO DELLE ISOLE TREMITI

    IL TESORO NASCOSTO DELLE ISOLE TREMITI

    IL TESORO NASCOSTO DELLE ISOLE TREMITI.

    La foresta di corallo nero esiste. É un immenso patrimonio naturalistico che arricchisce ancora di piú l’area marina protetta delle Isole Tremiti.

    national geographic

    é una notizia di www.nationalgeographic.it

    Giovanni Chimienti, biologo marino dell’Università di Bari ed esploratore National Geographic, dirige una spedizione scientifica alla ricerca di un tesoro naturale sommerso: una foresta inesplorata di corallo nero sui fondali delle Isole Tremiti.

    Questa rara varietà di corallo, già conosciuta dagli antichi greci, cresce a grandi profondità, a più di 60 metri sotto il livello del mare.

    Vicino alle Isole Tremiti, non era mai stata trovata un’intera foresta: una tale scoperta aprirebbe molti scenari di ricerca scientifica e conservazione di questa zona, che deve essere protetta soprattutto dalla pesca illegale.

    Spetta ad ognuno di noi fare la propria parte per preservare le meraviglie che ci circondano, siano esse facilmente accessibili o celate nelle oscure profonditá del mare.

    Puoi guardare il video anche con sottotitoli in Inglese (link: www.nationalgeographic.it)

    News e video di National Geographic
    (link: www.nationalgeographic.it)

    national geographic

    Puoi leggere tutti gli articoli e guardare tutti video di National Geographics.
    (link: www.nationalgeographic.it)

    photo and video credits
    (link: www.nationalgeographic.it)

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  • LE AREE NATURALI PROTETTE DELLA PUGLIA

    LE AREE NATURALI PROTETTE DELLA PUGLIA

    LE AREE NATURALI PROTETTE DELLA PUGLIA.

    Il 13,8% del territorio regionale pugliese è interessato da aree naturali protette.

    In particolare la Puglia è caratterizzata dalla presenza di:

    • 2 parchi nazionali
    • 3 aree marine protette
    • 16 riserve statali
    • 18 aree protette regionali

    Questi numeri fanno della Puglia un territorio straordinario con una biodiversità pressoché unica e con una posizione biogeografica che la rende un ponte naturale tra l’Europa e l’Oriente Mediterraneo.

    Sul totale delle quasi 6.000 specie vegetali note in Italia, ben 2.500 (oltre il 41%) sono presenti in Puglia, che tra l’altro ospita dieci diverse specie di querce. Mentre sono 47 gli habitat naturali presenti, su un totale dei 142 censiti in Europa.

    Parchi e Riserve Naturali in Puglia.

    [BARI]

    [BARLETTA-ANDRIA-TRANI]

    [BRINDISI]

    [FOGGIA]

    [LECCE]

    [TARANTO]

    tratto da Paesaggio Puglia (link: www.paesaggiopuglia.it)

    photo credits
    (link: www.pixabay.com)

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  • UOMO DI ALTAMURA

    UOMO DI ALTAMURA

    UOMO DI ALTAMURA.

    Una rete di tunnel e grotte carsiche nell'area di Altamura (Bari, Puglia, Italia) conserva una straordinaria scoperta archeologica: l’Uomo di Altamura.

    É lo scheletro fossile di un uomo che viveva nel Pleistocene medio-alto, vale a dire circa 250 mila anni fa, conservato in ottime condizioni.

    Se hai la passione per l’archeologia, se questo antico uomo ti incuriosisce, ti piacerá scoprire piú informazioni su di lui.

    + info (link: www.uomodialtamura.it)

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    (link: www.uomodialtamura.it)

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  • UN MUSEO UNICO AL MONDO: IL DUMEST

    UN MUSEO UNICO AL MONDO: IL DUMEST

    UN MUSEO UNICO AL MONDO: IL DUMEST.

    Il DUMEST é un museo ideato da Vito Santoiemma. A detta di visitatori ed esperti, é una collezione unica al mondo.

    Aspira a diventare il Museo della civiltá contadina della Puglia e della Basilicata, perché si pone l’obiettivo di tramandare alle generazioni future i mestieri, le arti ed i sapori che hanno reso grandi la nostra civiltá.

    DISPENSA DEI TIPICI ne condivide le finalitá, promuoverá e valorizzerá le storie che ogni pezzo della collezione custodisce.

    Dove si trova?

    Il DUMEST si trova a Gioia del Colle (Bari, Puglia, Italia) in via Giuseppe di Vittorio 115.

    + info: www.dumest.it

    foto credits
    (link: www.dispensadeitipici.it)

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