DAL LABORATORIO AL MONDO, L’ATELIER D’IMPRESA.
Valori condivisi, per esportare la cultura del saper fare. Partendo dall’apprendistato.
é una news di www.mestieridarte.it
Valori condivisi. Partiamo da qui, da quel piccolo mondo antico che é patrimonio di conoscenza, di testa, mani e cuore, da quel laboratorio di saggezza e bellezza che é il mestiere d’arte. Un dogma che professiamo in maniera forte e chiara con la rivista Mestieri d’Arte (link: www.mestieridarte.it) da vari semestri, ma che in realtá appartiene al nostro acido desossiribonucleico, alla nostra mente, al nostro spirito. Lo sforzo che unisce Swan Group (link: www.arbiter.it) e Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte (link: www.fondazionecologni.it). La scelta editoriale di promuovere l’arte del saper fare e… il far sapere. Perché non c’é prodotto senza comunicazione. Soprattutto quando si parla di oggetti che, per quanto preziosi, esprimono una cultura d’impresa non seriale.
Facile a dirsi, meno a realizzarsi. E qui torniamo al messaggio che la rivista Mestieri d’Arte (link: www.mestieridarte.it) sostiene in maniera accorata. L’Italia, terra di tradizioni, ha sbagliato praticamente tutto. Non negli ultimi anni, ma dal dopoguerra in poi. Ovunque, altrove nel mondo, si difendevano le eccellenze, facendo sistema, tenendo in vita un filiera che partiva dall’apprendistato e arrivava alla produzione, fino al commercio. Qui, invece, hanno resistito solo pochi magnifici solisti. Nell’omologazione del pensiero dominante é passato il concetto post sessantottardo del diritto allo studio e non del dovere studiare, del 18 politico nelle universitá. Chi lavorava a bottega (che bella parola!) era etichettato come un poveretto: non voleva studiare, é andato a lavorare. Come se la grandezza del made in Italy (quello vero) non l’avessero fatta arti e mestieri. Come se i nostri atenei sfornassero posti di lavoro invece che disoccupati.
E allora ripartiamo dal nostro heritage. Dalla manualitá, certo. Ma nella chiave di un artigiano contemporaneo che interseca le proprie capacitá con il complesso universo del design. Riapriamo i nostri laboratori facendo entrare nuova luce. Non é un manifesto culturale fine a se stesso, un proclama. É un’esigenza dell’individuo che non subisce la massificazione e riscopre la bellezza. Quella bellezza che spesso é proprio negli occhi di chi guarda. Botteghe e artigiani sono parole che suonano poesia. In questo il concetto di laboratorio deve essere trasmutato in un nuovo credo: l’atelier d’impresa, che tutto racchiude. L’asse strategico resta immutato e si fonda sulla rivalutazione dei valori simbolici plasmandoli alla concretezza. Creativitá, design, maestranze qualificate, esperimento, perfezione.
Fare giornali vuol dire comunicare, portare un’idea da A a B. Non sempre le buone intenzioni consentono il collegamento tra i due punti o la percezione dei contenuti. Invece Mestieri d’Arte, nel suo piccolo, é riuscito nell’intento. Finendo per essere apprezzato non solo dagli addetti ai lavori, dai lettori piú attenti, ma soprattutto da chi all’estero conosce bene il valore di quanto andiamo raccontando. Nasce da qui un nuovo capitolo della nostra storia. Perché l’edizione che vi apprestate a leggere (non a sfogliare) (link: www.issuu.com) viaggerá parallelamente nel mondo, in lingua inglese s’intende, grazie ad un accordo strategico per l’edizione internazionale con Vacheron Constantin, senza mutarne i contenuti. La Maison di Ginevra che dal 1755 fa della propria isola una fortezza granitica di manifattura sosterrá il patronage di Mestieri d’Arte nella nuova declinazione Arts & Crafts & Design. Ecco un’altra dimostrazione di come l’ingegno italiano attecchisce ovunque ci sia sensibilitá, una conferma della lungimiranza di Franco Cologni e della qualitá di ogni creazione di Franz Botré.
Un’ultima nota che combatte contro il rischio della retorica. Troverete nel magazine (link: www.issuu.com) un intervento a firma di Gae Aulenti. Il suo contributo entrava in pagina quando la signora dell’architettura affrontava il Grande Mistero. Lo abbiamo lasciato integrale, scritto in prima persona, senza aggiunte né distici. Una forma di rispetto che esalta, una volta di piú, la grandezza di questa straordinaria interprete della creativitá, della regola e della “fattibilitá” di progetti ambiziosi. Una signora a cui diciamo solo grazie. Che la terra ti sia lieve.
Scritto da Gianluca Tenti per il magazine Mestieri d’Arte & Design, Anno III, Numero 6, Dicembre 2012, pag.5;
(link:www.issuu.com)
Mestieri d’Arte & Design è un progetto editoriale dedicato all’eccellenza artigianale italiana e internazionale, alle sue origini e ai suoi rapporti con la creatività e lo stile. Non solo storie o prodotti, ma anche materiali, tecniche, atelier, scuole, botteghe e gli artefici: i maestri d’arte.Puoi leggere tutti i volumi del magazine Mestieri d’Arte & Design
(link: www.mestieridarte.it)É un progetto di Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte (link: www.fondazionecologni.it) e Symbol s.r.l. (link: www.arbiter.it)
foto credits
(link:www.pixabay.com)
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